Procedure di pulizia, disinfezione ed igienizzazione
Nel mondo in cui viviamo oggi siamo sommersi da notizie ed informazioni che provengono dalle più svariate fonti, durante la situazione emergenziale che stiamo vivendo ci troviamo a dover combattere, oltre che contro il COVID-19, anche con fake news, notizie a volte semplicistiche oppure marcatamente catastrofiste.
Viste le numerose richieste che ci giungono dai nostri clienti che svolgono attività non rientranti nell’ambito sanitario, abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza individuando modalità generali di comportamento utili per la corretta pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro. Ovviamente le indicazioni che seguono sono una linea guida generale che ogni realtà deve valutare in relazione alle proprie condizioni operative, modulandole opportunamente.
Per affrontare il tema nel modo più rigoroso possibile abbiamo confrontato diverse fonti ufficiali e soprattutto medico scientifiche.
Definizioni
Partiamo col fare chiarezza nella terminologia:
Pulizia: condizione generale che indica la rimozione di ogni sorta di sudiciume e di sporcizia
Detergere: pulire la superficie di un corpo asportandone le impurità e le secrezioni; iene spesso usato in riferimento all’igiene personale.
Igienizzare: rendere igienico, ovvero pulire una superficie o un oggetto eliminando i batteri e le sostanze nocive presenti con l’obiettivo di renderlo più igienico.
Sanificazione: Complesso di operazioni mediante le quali si rende igienicamente idoneo un impianto o un ambiente relativo all’industria alimentare; il termine “sanificare” fa riferimento alla pulizia dei macchinari e degli strumenti utilizzati nelle industrie produttrici di alimenti, ai fini di salvaguardare la salute umana.
Disinfezione: Operazione o complesso di operazioni per la distruzione dei germi patogeni. Disinfettare significa igienizzare ma in modo più profondo, ovvero eliminando quasi il 99% dei batteri presenti su una superficie.
Sterilizzazione: In medicina e in biologia, e nell'industria alimentare e farmaceutica, eliminazione di tutti i microrganismi viventi, patogeni e no, e delle loro spore, da oggetti o da sostanze varie, attuata con metodi diversi a seconda dei casi: - con mezzi fisici, come il calore e le radiazioni sterilizzanti, usati soprattutto per prodotti alimentari o farmaceutici, per materiali di impiego sanitario e chirurgico, ecc.; - con mezzi chimici, come l’ossido di etilene, l’ozono, l’ossido di propilene, ecc., usati soprattutto per la disinfezione o la distruzione di forme vegetative di microrganismi patogeni in ambienti; - con mezzi chimico-fisici, come la filtrazione, che consiste nel far passare il mezzo da sterilizzare, liquido o aeriforme, attraverso speciali filtri che non permettono il passaggio di microrganismi.
In generale si pulisce per rimuovere la sporcizia (parte visibile) con l’igienizzazione si eliminano molti batteri (parte invisibile), disinfettare li asporta quasi tutti (99%), se invece vogliamo ottenere una depurazione completa bisogna sterilizzare (100%)
Perché è importante disinfettare le superfici
Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso. Come ormai consolidato, per evitare il contagio prioritariamente occorre:
- restare a casa e spostarsi solo per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa
- lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche,
- non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani,
- evitare assolutamente le strette di mano e gli abbracci,
- evitare contatti ravvicinati e mantieni la distanza di almeno un metro dagli altri
In base a informazioni attualmente disponibili il virus (che vive e si riproduce solo all’interno delle cellule) potrebbe sopravvivere alcune ore sulle superfici (studi ancora ancora in corso). È quindi molto importante tenere pulite e disinfettate le superfici degli ambienti di vita e di lavoro.
Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità indicano che l’utilizzo di semplici disinfettanti ( per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro allo 0,5% ) è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone.
Più nel dettaglio con Circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 il Ministero della Salute ha indicato che per gli ambienti non sanitari, i luoghi potenzialmente contaminati da SARS-COV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti, comuni, prima di essere utilizzati. Per la decontaminazione degli ambienti si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo la suddetta pulizia. Mentre per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio (candeggina) raccomanda di utilizzare etanolo (alcol) al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro. La circolare specifica inoltre che durante tutte le operazioni di pulizia va assicurata la ventilazione degli ambienti.
Il documento precisa che negli ambienti sanitari la concentrazione ottimale nell’uso dell’ipoclorito sale allo 0,5% e dell’’etanolo al 75%. In tali ambienti si aggiunge il consiglio dell’uso alternativo del perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5%.
Le conferme dal mondo scientifico non mancano e sono tutte allineate sull’efficacia dei prodotti disinfettanti tradizionali, a partire anche dal semplice sapone. Le recenti ricerche infatti indicano che “Tutti i Coronavirus sono avvolti da uno strato protettivo di grasso. Disinfettanti e sgrassatori eliminano quello scudo rendendo il coronavirus facile da eliminare a confronto con altri virus che invece possiedono una copertura proteica più forte” (vedi articolo pubblicato su Science)
Ogni prodotto deve agire per un tempo di contatto adeguato. Dal Ministero non si hanno indicazioni specifiche sui tempi per lasciare agire i prodotti poiché si rimanda alle istruzioni ed alle schede di sicurezza dei produttori. L’Environmental Protection Agency ha però messo a punto una importante lista di detergenti e disinfettanti la cui efficacia è stata comprovata direttamente sul nuovo Coronavirus, o Covid-19. I nomi di tali prodotti non sono spesso gli stessi in commercio in Italia, sono però indicati i tempi di contatto in miuti e l’ingrediente attivo di ogni prodotto.
Da questi dati si possono quindi trarre per analogia indicazioni sulle tempistiche di applicazione prima di detergere il prodotto. I tempi vanno dai 10 minuti ai 30 secondi e dipendono tipicamente dalla diluizione del agente disinfettante (vai al sito dell’EPA per i dettagli)
L’organizzazione mondiale per la sanità ha emanato una guida dettagliata sulla preparazione di miscele disinfettanti, raccomandando l’uso di prodotti a base alcolica per la massima efficacia (scarica la guida qui).
Conferme sull’efficacia dell’uso dell’etanolo si hanno anche da varie pubblicazioni scientifiche (fra queste segnaliamo quella del The Journal of hospital infection) da cui si hanno precisi riferimenti sia sulla sopravvivenza del virus sulle superfici, ma soprattutto sul tempo in cui occorre far agire i disinfettanti in base alla loro concentrazione.
Cosa fare per l’aria dei nostri ambienti
L’altro quesito che spesso ci viene posto è se il virus permanga nell’aria. Attualmente non si hanno dati certi. Possiamo però analizzare i recenti studi in materia a partire dai dati messi a disposizione dalla US National Library of Medicine secondo cui il COVID-19 ha un diametro di circa 0,125 micron o 125 nanometri (vedi l’articolo completo) e viene veicolato prioritariamente dagli aerosol biologici da tosse e starnuti, che variano in dimensioni da 0,5 a 3 micron. Secondo lo studio pubblicato dalla medRxiv (associazione di divulgazione fondata dal Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL), dalla Yale University, e dalla BMJ) il virus sarebbe in grado di resistere nell’aria fino a 3 ore, e sulle superfici di acciaio e plastica (che sembrano le preferite dal virus) fino a 2/3 giorni (vedi articolo completo) o più, secondo altri studi come quello già citato del Journal of Hospital Infection.
L’allontanamento fra le persone e le misure di precauzione stabilite a livello nazionale abbattono quindi fortemente il rischio di propagazione del virus.
Negli ambienti di lavoro dove sono installati impianti di condizionamento e trattamento aria in assenza di dati validati certi, è importante provvedere alla pulizia ed alla disinfezione degli impianti per contenere il rischio. In funzione del tipo di impianto e del tipo di filtro (ove presente) si dovrà agire secondo le indicazione del manuale d’uso e manutenzione dell’impianto stesso utilizzando ove possibile i prodotti sopra visti, o analoghi consigliati dal produttore.
Per un approfondimento sulla manutenzione degli impianti aeraulici consigliamo la nostra informativa specifica: https://www.ecogeo.it/sicurezza/sanificazione-degli-impianti-aeraulici/
Relativamente ai filtri, fra i più efficienti per abbattere la presenza di virus sono sicuramente i filtri HEPA, acronimo di High Efficiency Particulate Air in grado di cattura microbi, polvere e particolato fino a 0,3 micron. I filtri HEPA consistono in un complicato mix di filamenti e fibre che trasportano una carica statica che attira vari microbi e particelle come un magnete. Tali filtri variano in funzione di categorie di efficienza e possono arrivare a filtrare il 99,999% delle particelle >di 0,3 micron (H14 ai sensi della CEN EN 1822). Non è ovviamente possibile che un filtro HEPA sia efficace al 100%, ma sono stati condotti studi di ricerca per testare l’efficacia della filtrazione HEPA su goccioline di umidità contenenti virus che hanno comunque dato esiti confortanti (vedi articolo per approfondire). Fra questi studi segnaliamo anche quello condotto dalla NASA che ha indicato come i filtri HEPA sono stati in grado di catturare particolato fino a 0,1 micron (https://ntrs.nasa.gov/search.jsp?R=20170005166)
Il nostro Decalogo
In conclusione consigliamo a tutti di adottare e formalizzare, in modo documentato, un protocollo per la pulizia, disinfezione ed igienizzazione che abbia almeno i seguenti requisiti generali: