PREPARIAMOCI AD UN’ESTATE SICURA
RISCHIO STRESS TERMICO
Il caldo è un’insidia pericolosa non solo per bambini, anziani e persone fragili, ma per molti lavoratori, in particolare quelli impegnati in mansioni all’aria aperta, come gli agricoltori, gli addetti alla raccolta di frutta o verdura nei campi o in serra e gli operai dei cantieri edili e stradali, ma anche quelli esposti a fonti di calore radiante, come all’ interno di acciaierie, fonderie, vetrerie, ecc.
Valutare il rischio da caldo (stress termico)
L’art. 28 del D.lgs. 81/2008 prevede la valutazione di “…tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori…”. È importante che il datore di lavoro, nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenga conto delle loro capacità e condizioni, in rapporto alla loro salute, al fine di limitare e/o escludere l’esposizione ad alte temperature a questi lavoratori che risultano affetti da patologie quali elevata pressione arteriosa, obesità, disturbi cardiaci e renali.
Spesso per definire il rischio da calore viene considerata solo la temperatura, ma in realtà questo parametro deve essere valutato anche in relazione all’umidità, ed eventualmente alla ventilazione e all’irraggiamento per poter avere una indicazione più precisa del rischio.
Nei periodi in cui si prevede caldo intenso la prima e più importante cosa da fare ogni giorno è verificare le previsioni e le condizioni meteorologiche. In generale vanno considerate a rischio quelle giornate in cui si prevede che la Temperatura all’ombra superi i 30° e l’umidità relativa sia superiore al 70%.
Il riferimento internazionalmente riconosciuto è l’ “Heat Index" (indice di calore), sviluppato negli Stati Uniti dal National Oceanographic and Atmospher Administration (NOAA). L'indice di calore combina sia la temperatura dell'aria che l'umidità relativa. Più alto è l'indice di calore, maggiore è il rischio che i lavoratori esposti al calore (all'aperto) possono sperimentare malattie legate al calore.
Misure di prevenzione
- Programmare i lavori con maggior fatica fisica in orari con temperature più favorevoli, preferendo l'orario mattutino e preserale, e prevedendo sempre zone all'ombra per le pause.
- Variare l'orario di lavoro e le mansioni, effettuando rotazioni nel turno di lavoro fra i lavoratori esposti; evitare i lavori isolati
- Garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro: bere acqua fresca e sali minerali e rinfrescarsi non solo abbassa la temperatura interna del corpo, ma soprattutto consente al fisico di recuperare i liquidi persi con la sudorazione. I luoghi di lavoro devono quindi essere regolarmente riforniti di bevande idro-saline e acqua per il rinfrescamento dei lavoratori. E’ importante assumere liquidi frequentemente durante il turno di lavoro, evitando le bevande ghiacciate ed integrando con bevande idro-saline se si suda molto. Una semplice bevanda idrosalina si può realizzare aggiungendo a 1,5 l acqua 4/5 cucchiaini di zucchero, 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio e del succo di un limone;
- Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca: è importante per disperdere il calore.
- L’alimentazione deve essere povera di grassi, ricca di zuccheri e sali minerali: Preferire pasti leggeri, facili da digerire, privilegiando la pasta, la frutta e la verdura e limitando carni e insaccati.
- Il vestiario deve prevedere abiti leggeri traspiranti, di cotone, di colore chiaro; è sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché la pelle nuda assorbe più calore
- Mettere a disposizione mezzi di protezione individuali quali un cappello a tesa larga e circolare per la protezione di capo, orecchie, naso e collo, e abiti leggeri di colore chiaro e di tessuto traspirante;
- Prevedere pause durante il turno lavorativo in un luogo il più possibile fresco o comunque in aree ombreggiate, con durata variabile in rapporto alle condizioni climatiche e allo sforzo fisico richiesto dal lavoro.
- Formare i lavoratori sulle modalità di prevenzione del rischio
- La sorveglianza sanitaria è infine è molto importante perché il medico del lavoro aziendale, valutando lo stato di salute dei lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun lavoratore.
Gestione dell'emergenza
Quando il lavoro espone a condizioni climatiche di “severo caldo" è molto importante saper riconoscere anticipatamente i segnali di allarme del nostro corpo:
- Cute calda e arrossata;
- Sete intensa;
- Sensazione di debolezza;
- Crampi muscolari;
- Nausea e vomito;
- Vertigini;
- Convulsioni;
- Stato confusionale fino alla perdita di coscienza.
In caso di emergenza i primi interventi da adottare possono essere così riassunti:
- Chiamare il 118.
- Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso.
- Posizionare il lavoratore all'ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendo la persona in assoluto riposo.
- Slacciare o togliere gli abiti.
- Fare spugnature con acqua fresca su fronte, nuca ed estremità.
- Ventilare il lavoratore.
- Solo se la persona è cosciente far bere acqua, ancor meglio se una soluzione salina, ogni 15 minuti a piccole quantità.
RADIAZIONE SOLARE
Chi è potenzialmente più esposto
Come per lo stress da caldo, le principali attività che possono comportare elevato rischio di esposizione a radiazione UV solare:
- Lavorazioni agricolo/forestali
- Floricoltura – Giardinaggio
- Addetti alla balneazione e ad altre attività su spiaggia o a bordo piscina
- Edilizia e Cantieristica stradale/ferroviaria/navale
- Lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto
- Pesca e lavori a bordo di imbarcazioni, ormeggiatori, attività portuali
- Addetti di piazzale movimentazione merci in varie tipologie lavorative (compresi addetti di scalo aeroportuali)
- Addetti alle attività di ricerca e stoccaggio idrocarburi liquidi e di gassosi nel territorio, nel mare e nelle piattaforme continentali
- Maestri di sci o addetti impianti. Altri istruttori di sport all’aperto.
Mentre le principali attività che possono comportare, comunque, un rischio di esposizione a radiazione UV solare sono:
- Parcheggiatori
- Operatori ecologici/netturbini
- Addetti agli automezzi per la movimentazione di terra
- Rifornimento carburante: stradale/aero-portuale
- Portalettere/ recapito spedizioni. Conducenti di taxi, autobus, autocarri etc
- Polizia municipale/ Forze ordine/militari con mansioni all’aperto
- Addetti alla ristorazione all’aperto, venditori ambulanti
- Operatori di eventi all’aperto. Manutenzioni piscine
- Manutenzioni linee elettriche ed idrauliche esterne.
La valutazione del rischio
Anche l'esposizione alla radiazione solare rientra fra i rischi soggetti all'obbligo di valutazione da parte del Dator di lavoro. Uno dei riferimenti principali per la valutazione è l'Indice UV. Tale valore si basa sulla posizione del sole, sulla nuvolosità prevista, sull'altitudine, sui dati dell'ozono. Predice quindi l'intensità della radiazione ultravioletta solare girnaliera.
La scala dell'indice UV va da un minimo di 1 ad un massimo di 12, più l'indice è alto, più forte è l'intensità degli UV. Di seguito si riporta una tabella che riassume il livello di esposizione e le relative protezioni necessarie
Per facilitare l'allerta alla popolazione l'OMS ha adottato dei pittogrammi con crescente livello di rischio, associati all’UV index.
Un ulteriore aspetto da considerare è il fototipo. Tale parametro indica come la pelle reagisce all'esposizione al sole. In base al colore della pelle, dei capelli, alla comparsa di eritemi e all'attitudine ad abbronzarsi. Di seguito una schematizzazione.
Come sapere qual è indice UV oggi:
Disponibile sul Portale Agenti Fisici la APP “Sole Sicuro”, sviluppata per promuovere l’informazione, la formazione e la prevenzione per i lavoratori che svolgono attività all’aperto del rischio da esposizione alla radiazione UV solare, classificata dalla IARC nel gruppo 1A “cancerogeno certo per l’uomo”
Calcolo online: https://www.portaleagentifisici.it/SoleSicuroApp/?lg=IT#homeScreen
Misure di prevenzione
Nell'attuare le misure di tutela va tenuto sempre conto che il rischio da radiazione UV è strettamente collegato – oltre che all'esposizione – anche ai fattori individuali, per cui l'attuazione delle misure di tutela conseguenti la valutazione dell'esposizione va effettuata lavoratore per lavoratore in relazione anche ai dati personali (fototipo, farmaci, patologie), e lavorativi (presenza di agenti fotosensibilizzanti) in stretta collaborazione con il medico competente.
- Fotoprotezione ambientale: Usufruire sempre – ove possibile – di schermature con teli e con coperture.
- Organizzare l’orario di lavoro, ove possibile, in maniera tale che durante le ore della giornata in cui gli UV sono più intensi (ore 11,00 – 15,00 oppure 12,00 – 16,00 con l'ora legale) si privilegino i compiti lavorativi che si svolgono all’interno o all’ombra, riservando i compiti all’esterno per gli orari mattutini e serali in cui l’esposizione agli UV è minore.
- Consumare i pasti e sostare durante le pause sempre in luoghi ombreggiati.
Al riguardo va sempre tenuto conto che:
- Anche quando il cielo è nuvoloso vi è esposizione alla radiazione solare UV, infatti le nuvole non sono in grado di bloccare il passaggio dei raggi ultravioletti. Vento e nuvole, riducendo la sensazione del calore del sole sulla pelle, possono indurre a pensare che non vi sia rischio di scottature; in realtà questo non è vero, pertanto bisogna proteggersi anche in queste situazioni.
- È necessario proteggersi anche in autunno-inverno e non solo in primavera-estate. Alle latitudini della Regione Toscana la protezione è necessaria da marzo ad ottobre per ambienti outdoor con radiazione riflessa bassa o moderata ( terreno, acqua, cemento, asfalto, erba) ed in tutti i mesi dell’anno, inclusi novembre – gennaio, per lavorazioni outdoor con radiazione riflessa elevata ( neve, ghiaccio, marmo bianco) con cielo sereno.
- Il vetro blocca quasi totalmente la trasmissione della radiazione ultravioletta.
- L'esposizione al sole durante i periodi passati all'aria aperta per svago o sport può creare un danno che va a sommarsi a quello che si verifica durante l'esposizione per motivi professionali.
Protezione della pelle
È consigliabile indossare un cappello a tesa larga e circolare (di almeno 8 cm.) che fornisca una buona protezione, oltre che al capo, anche alle orecchie, naso e collo. I cappelli “da legionario" sono ottimali. I berretti da baseball con visiera – largamente usati nelle lavorazioni outdoor – invece non forniscono protezione per le orecchie e per il collo che essendo aree particolarmente fotoesposte dovranno comunque essere protette dalla radiazione UV. Il cappello deve essere di tessuto che non lascia passare gli UV.
Quando si lavora al sole, anche se fa caldo, non bisogna togliersi i vestiti (mai esporsi a dorso nudo), vanno invece usati abiti leggeri e larghi che non ostacolino i movimenti, con maniche lunghe ed accollati e pantaloni lunghi.
I tessuti devono garantire una buona protezione dai raggi UV e devono essere freschi per l'estate. Per identificare e garantire la qualità dell’abbigliamento protettivo ai raggi UV, UNI ha pubblicato le norme tecniche della serie UNI EN 13758. I capi di abbigliamento “anti-UV” conformi alle norme UNI si riconoscono perché sono marcati e riportano, oltre al pittogramma (sole giallo con ombreggiatura, profilo e caratteri neri), il numero della norma e l’indicazione del fattore protettivo “40 ” oltre ad alcune informazioni (che solitamente si trovano sull’etichetta o sul materiale informativo che accompagna il prodotto).
Creme solari
I prodotti antisolari (creme con filtri solari) hanno dimostrato la loro validità nel ridurre l’incidenza sia di alterazioni neoplastiche epiteliali della cute che le altre alterazioni conosciute come fotoinvecchiamento. Per le attività che espongono a lungo i lavoratori al sole è necessario che la scelta della crema solare sia effettuata con il coinvolgimento del Medico Competente.
Importante è controllare sull'etichetta del prodotto antisolare il fattore di protezione SPF (Sun Protection Factor) o IP (Indice di Protezione). Si raccomanda l’uso di stick a protezione totale per naso e labbra e parti del volto maggiormente esposte a luce riflessa.
Protezione degli occhi
Gli occhi devono essere protetti con occhiali da sole. È importante che gli occhiali da sole forniscano una buona protezione dalla radiazione ultravioletta, questo è garantito dalla dicitura sulla confezione “Bloccano il 99% dei raggi ultravioletti". Sono da scegliere i prodotti conformi alla norma tecnica armonizzata UNI EN 1836 in quanto essa rappresenta lo strumento migliore per rispondere ai requisiti di sicurezza obbligatori stabiliti dalla legge.
La formazione e l’informazione dei lavoratori
Nel processo di gestione della sicurezza e protezione della salute dei lavoratori il Testo Unico pone particolare attenzione alla formazione ed informazione del lavoratore in merito ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro in cui opera ed alle misure di prevenzione e protezione applicabili.
CONTATTACI PER APPROFONDIMENTI E PER EFFETTUARE UNA VALUTAZIONE DEL RISCHIO SPECIFICA E DETTAGLIATA